Il borgo di Castagnola, immerso in un paesaggio incontaminato, a poca distanza dalla splendida Abbazia di San Felice, fu uno dei castelli della cosiddetta Normandia. La sua storia, come quella degli altri castrum del territorio si lega alle vicende del Comune di Giano, con il quale intesse spesso rapporti non pacifici. Fu conteso dalla città di Foligno, Spoleto e Todi; nel XIV sec. fece parte della Signoria dei Trinci e nel XVI sec. passò sotto il dominio di Todi: come attesta lo stemma, murato sulla porta principale, raffigurante un’aquila con due aquilotti sotto le ali, simbolo del dominio tuderte. L’etimologia del nome, alquanto curioso, ha suscitato varie ipotesi; fa riferimento probabilmente alla struttura del borgo che ricorda quello di una castagna. In epoca medioevale il castello era diviso in 3 contrade, ed era retto da un Podestà che rimaneva in carica 6 mesi e svolgeva svariate mansioni. La vita e l’amministrazione del Comune era regolata da un vero e proprio Statuto, redatto nel 1486 in latino e tradotto poi in volgare nel 1600. La visita al castello inizia attraversando l’antica porta in pietra locale sulla quale svetta l’aquila di Todi; minuscoli vicoli e case medioevali serrate all’interno delle antiche mura, permettono di fare un viaggio indietro nel tempo. L’unico edificio sacro che troviamo entro le mura è la chiesa di Santa Croce situata all’inizio del borgo; probabilmente di antiche origini, mostra all’esterno la tipica struttura in conci, all’interno purtroppo è stata rimaneggiata nel 1700. Seguendo il giro delle mura si può godere di un bellissimo panorama sulle colline circostanti e sui Monti Martani; tra olivi, querce secolari e cipressi si scorge anche imponente e severa Abbazia di San Felice.