I materiali rinvenuti durante lo scavo hanno confermato l’ipotesi di una ricchissima committenza, soprattutto per la qualità e raffinatezza dei rivestimenti. Tutte le murature dovevano essere rivestite di affreschi realizzati da maestranze abilissime (probabilmente provenienti dalla capitale). Una incredibile quantità di lastre marmi delle più svariate provenienze (italiani, greci, egiziani…) doveva rivestire pareti e pavimenti. Cornici in stucco decorato a stampo e dipinto (materiale che per la sua fragilità difficilmente si ritrova in questa quantità e stato di conservazione), dovevano correre lungo la sommità delle pareti. Lo scavo ha restituito anche lastre fittili di rivestimento con motivi decorativi che ne rimandano la produzione alla capitale o all’area campana.
  10_1  frammento di intonaco dipinto. Busto maschile con lancia
10_2frammento di Intonaco dipinto. Uccellino

10_3frammento di  Intonaco dipinto. Busto di donna

10_4 frammento di intonaco dipinto. Cornice dipinta
La parte della villa interessata dagli scavi alla fine del 2008 aveva raggiunto oltre i 900 mq.
La qualità dei marmi importati da tutto il bacino del mediterraneo, assieme agli affreschi di estrema raffinatezza danno l’idea di una ricca committenza.
10castone in pasta vitrea
Lo scavo archeologico ha fornito fin da subito informazioni e dati di grande rilievo. Oltre al padiglione dedicato al grande impianto termale nel versante Ovest, a monte del calidarium, è venuta alla luce una grande cisterna-natatio di metri 3 x 3,5 (sulla pianta vano verde) che conserva ancora tutto il rivestimento idraulico in cocciopesto bianco. Ad est, invece, è stata messa
in luce la volta di una cloaca che presenta una lunghezza di 22 metri, per un altezza di 1 metro e larga 50 cm.

La vicinanza alla Flaminia antica e il materiale finora restituito dalle indagini archeologiche suggeriscono una grande struttura costituita da più padiglioni, dei quali il principale e più importante potrebbe avere il suo ingresso proprio nei pressi della via consolare.

12

Pianta dello scavo al 2008
A monte (ovest) della natatio (vano verde) è stata scoperta una sala absidata che conserva per buona parte della sua grandezza il pavimento in spicatum (vano arancione). Lunga circa 6 metri per 3,80 di larghezza, con un muro a doppio paramento in opera reticolata (tipica del periodo storico); l’ambiente può essere verosimilmente un tepidarium più antico di quello messo in luce nel 2005. Quello più recente quindi potrebbe essere frutto di una consistente ristrutturazione già in antico e dà l’idea della grandezza della villa. Il materiale archeologico che è stato rinvenuto (anfore, ceramica, ecc.) appartiene per lo più al I secolo d.C. e gli intonaci possono essere assimilati al III e IV stile pompeiano. I sondaggi effettuati nel versante Nord hanno confermato il dato che le strutture della villa continuano in quella direzione.